Vaccinazioni

In questa sezione la Asl di Sassari fornisce una descrizione sintetica delle principali malattie prevenibili, per le quali la vaccinazione è offerta gratuitamente in base al Piano nazionale prevenzione vaccinale 2023-2025

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Cos'è

Le vaccinazioni combattono malattie infettive molto pericolose per le quali non esiste una terapia (poliomielite, epatite B, varicella) o questa non è sempre efficace (difterite, tetano, meningite da emofilo, da meningococco, malattie invasive da pneumococco) oppure malattie che possono causare gravi complicazioni (come morbillo, pertosse, rosolia).

Le vaccinazioni attuate su larga scala possono consentire non solo il controllo delle malattie bersaglio, ma anche la loro eliminazione o addirittura l’eradicazione dell’infezione a livello mondiale, traguardo già raggiunto per il vaiolo e ormai prossimo per la poliomielite

A chi si rivolge

Nel territorio della Asl di Sassari, attraverso il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica, e’ possibile richiede la somministrazione dei seguenti vaccini:

  • Vaccino antinfluenzale
    L’influenza è una malattia respiratoria che può manifestarsi in forme di diversa gravità che in alcuni casi può comportare il ricovero in ospedale e anche la morte. La vaccinazione è raccomandata alle persone con più di 60 anni, alle donne in gravidanza e post partum, ai ricoverati in lungodegenza, alle persone con malattie croniche come diabete, malattie cardiache e respiratorie o problemi al sistema immunitario, ad alcune categorie di lavoratori come personale sanitario e socio-sanitario, forze di polizia e vigili del fuoco, allevatori o chi lavora a contatto con animali, ai donatori di sangue. E’ raccomandata anche ai bambini non a rischio nella fascia di età 6 mesi – 6 anni. Il vaccino antinfluenzale è comunque indicato per tutti i soggetti che desiderino evitare la malattia influenzale.
  • Vaccino antipneumococcico
    Protegge contro il batterio del Pneumococco che può causare polmonite, infezioni del sangue e meningite. Le malattie da pneumococco sono comuni nei bambini piccoli, ma e’ la fascia della popolazione anziana ad avere un maggiore rischio di malattie gravi. Il rischio di contrarre queste infezioni aumenta con l’influenza. E’ raccomandato a tutti gli adulti a partire dai 65 anni.
  • Vaccino contro l’herpes zoster
    Protegge contro l’herpes zoster (noto anche come fuoco di Sant’Antonio) e le relative eruzioni e piaghe che lo accompagnano sui lati del corpo, spesso sul viso o sul busto. Le piaghe solitamente formano una crosta in 7-10 giorni e si rimarginano completamente
    in 2-4 settimane. Tuttavia, in alcune persone il dolore può durare mesi o persino anni dall’eruzione cutanea. È raccomandato per gli adulti oltre i 50 anni, compresi gli adulti che in passato hanno avuto l’herpes zoster o che in passato hanno ricevuto il vaccino contro l’herpes zoster
  • Covid-19
    Covid-19 è l’acronimo dell’inglese COronaVIrus Disease 19. Si tratta di una malattia respiratoria acuta causata da un virus denominato SARS-CoV-2, identificato nel 2019. Le attuali evidenze suggeriscono che il SARS-CoV-2 si diffonde da persona a persona per contatto stretto con persone infette, attraverso secrezioni della bocca e del naso (saliva, secrezioni respiratorie o goccioline droplet). I sintomi di Covid-19 variano sulla base della gravità della malattia, dall’assenza di sintomi (essere asintomatici) alla presenza di febbre, tosse, mal di gola, mal di testa, naso che cola, debolezza, affaticamento e dolore muscolare e nei casi più gravi, polmonite, insufficienza respiratoria, sepsi e shock settico, che potenzialmente portano alla morte. Per questa malattia sono disponibili alcuni vaccini, offerti gratuitamente alla popolazione, per prevenire efficacemente l’insorgenza di patologia grave e di decessi.
  • I vaccini pediatrici
    • ll vaccino contro l’epatite B: Contiene solo una parte del virus, assolutamente non in grado di produrre la malattia, ma sufficiente a stimolare le difese dell’organismo. Si somministra per via intramuscolare, da solo o insieme ad altre vaccinazioni. Vista l’alta incidenza e la gravità dei rischi connessi alla malattia, è offerto in forma attiva e gratuita a tutta la popolazione. Il vaccino è somministrato in tre dosi al III, V e XI mese di vita. Le dosi successive vengono somministrate, in genere, con il vaccino esavalente, seguendo il normale calendario.
    • Il vaccino DTPa: E’ utilizzato per la prevenzione di importanti malattie infettive, quali difterite, tetano e pertosse. Il vaccino contiene parti inattivate di tutti e tre i germi, che non causano la malattia, ma hanno il compito di stimolare le difese dell’organismo. Esistono due diverse formulazioni di questo vaccino: quella pediatrica (DTPa) che si somministra fino ai 6 anni;  quella da adulti (dTpa) che si somministra dopo il compimento dei 7 anni, nella quale le componenti inattivate per la difterite e la pertosse sono presenti in forma ridotta. Nel lattante si somministra un unico vaccino che proteggere da sei malattie (esavalente), tra cui ci sono la difterite, il tetano e la pertosse. Si tratta di un vaccino efficace e sicuro tanto quanto i vaccini separati e permette di proteggere il bambino con una sola iniezione. Il vaccino si somministra per via intramuscolare nella parte alta della coscia.L’attuale calendario vaccinale prevede 3 dosi di DTPa con il vaccino esavalente: la prima dose viene somministrata al III mese di vita, la seconda al V mese di vita, la terza tra l’XI e il XIII mese di vita.Una dose di richiamo per Difterite, Tetano e Pertosse (associata con le componenti contro la poliomielite) viene eseguita al sesto anno di vita e un’altra a 14 anni. Per un’adeguata protezione, nell’adulto è raccomandato un richiamo per Difterite-Tetano-Pertosse (dTpa) ogni 10 anni.   
    • Il vaccino anti-Hib: E’ un vaccino inattivato (ottenuto cioè con frammenti del batterio) e coniugato (cioè legato ad una proteina per renderlo più efficace) che si somministra per via intramuscolare. Il vaccino esiste anche come preparazione separata, ma in genere si somministra, nel primo anno di vita, con un vaccino unico chiamato esavalente, (perché contiene 6 vaccini: Difterite-Tetano-Pertosse, Polio, Epatite B e, appunto Hib) in un’unica siringa (vaccino “combinato”). Un vaccino combinato è efficace e sicuro come i vaccini separati ma permette di proteggere il bambino con una sola puntura. I bambini oltre i 5 anni in generale non necessitano del vaccino, ma in alcuni bambini (o adulti) che presentano particolari malattie (assenza o malattie della milza, difetti delle difese immunitarie come HIV/AIDS, neoplasie o trattamenti per neoplasie, trapianto di midollo osseo, anemia a cellule falciformi) la vaccinazione va eseguita con almeno una dose.
    • Il vaccino anti-poli: E’ un vaccino inattivato (ottenuto cioè con virus uccisi) che si somministra per via intramuscolare., anche insieme ad altre vaccinazioni. Nel bambino il ciclo primario si effettua di solito con il vaccino cosiddetto esavalente (perché contiene 6 vaccini: Difterite-Tetano- Pertosse, Polio, Hib e Epatite B). L’attuale calendario vaccinale prevede quattro dosi con il seguente schema: la prima dose al III mese di vita; la seconda dose al V mese di vita; la terza dose all’XI mese di vita; la quarta dose a V e VI anno di età. È molto probabile, per mantenere nel tempo adeguati livelli di protezione, sia necessaria una quinta dose durante l’adolescenza. La maggior parte dei soggetti oltre i 18 anni non necessita della vaccinazione antipolio in quanto vaccinati da bambini. Tuttavia alcuni adulti possono essere a maggior rischio per la malattia perché viaggiano in aree del mondo dove la polio è comune  e per motivi professionali (laboratoristi, personale sanitario) possono venire in contatto con il virus della polio.
    • Il vaccino contro il Morbillo-la Parotite-Rosolia (MPR): E’ ottenuto con virus vivi ma resi inoffensivi. Viene somministrato per via sottocutanea.Il calendario vaccinale prevede due dosi di vaccino: la prima dose tra i XII e i XV mesi di età; la seconda dose a 5-6 anni di età. In situazioni particolari, quando è necessario una protezione più rapida, la seconda dose può essere somministrata dopo un intervallo minimo di 28 giorni dalla prima dose. Possono essere vaccinati anche i bambini dai 6 ai 12 mesi che sono venuti in contatto con un caso di morbillo o in corso di epidemia, ma in questo caso la dose non viene conteggiata e la prima dose valida dovrà essere somministrata dopo l’età di 12 mesi. Gli adulti che non possono dimostrare né di essere stati vaccinati, né di aver contratto una delle malattie devono ricevere almeno una dose di vaccino.Il vaccino può essere somministrato contemporaneamente a qualunque altro vaccino. Un vaccino combinato chiamato MPRV, che contiene sia il vaccino MPR che il vaccino antivaricella può essere somministrato al posto dei due singoli vaccini nei bambini e nei dodicenni.
    • Il vaccino antivaricella: ottenuto con virus vivi ma resi inoffensivi, viene somministrato per via sottocutanea ed è in grado di prevenire la malattia. La maggior parte delle persone vaccinate non svilupperà la malattia. Ma se qualcuno dei vaccinati dovesse ammalarsi di varicella, questa di solito sarà molto lieve: avrà uno scarso numero di vescicole, meno probabilità di avere la febbre, e un recupero più rapido. I bambini che non hanno mai avuto la varicella debbono ricevere 2 dosi di vaccino: la prima dose tra i XII e i XV mesi di età; la seconda dose a 5-6 anni di età (può anche essere somministrata prima, almeno 3 mesi dopo la prima dose). I giovani dai 12 anni di età e gli adulti (che non hanno mai avuto la varicella e non sono mai stati vaccinati) debbono ricevere due dosi ad almeno 28 giorni di distanza tra di loro.Il vaccino contro la Varicella può essere somministrato contemporaneamente ad altri vaccini. Un vaccino combinato chiamato MPRV, che contiene sia la varicella che il vaccino MPR per morbillo parotite e rosolia, può essere somministrato al posto dei due singoli vaccini nei bambini e nei dodicenni.
    • Vaccino anti-HPV (papillomavirus umano): I vaccini anti-HPV, somministrati prima dell’esposizione al virus, prevenendo le lesioni genitali precancerose (del collo dell’utero, della vulva e della vagina), di fatto riducono notevolmente la possibilità di sviluppo di neoplasia maligna. Inoltre previene anche le lesioni condilomatose in entrambi sessi. L’infezione da HPV non si limita ad essere solo causa del cancro del collo dell’utero nelle donne, ma è responsabile anche di altre patologie sia nelle femmine che nei maschi (cancro dell’ano, della cavità orale, orofaringe e tonsille e cancro del pene). Esistono oltre 130 tipi di virus HPV: i tipi 16 e 18 sono responsabili di oltre il 70% di tutti i tumori del collo dell’utero e i tipi 6 e 11 causano oltre il 90% dei condilomi ano-genitali e pertanto i vaccini sono formulati contro questi ceppi. Dopo la somministrazione del vaccino, il sistema immunitario del soggetto inizia a produrre anticorpi contro queste proteine e quindi nel caso di un eventuale attacco da Papilloma virus, l’organismo riconosce immediatamente le cellule patogene impedendo al virus di arrecare danno. Il vaccino nonavalente: contiene i sierotipi 6, 11, 16, 18, 31, 33, 45, 52 e 58. Può essere somministrato a maschi e femmine. Il vaccino è preventivo, non ha alcuna efficacia terapeutica, e per poter essere efficace deve essere effettuato prima dell’esposizione al tipo di virus, preferibilmente prima dell’inizio dell’attività sessuale, anche se si è dimostrato efficace anche in femmine e maschi oltre l’inizio dell’attività sessuale. Per questo motivo, aver già iniziato l’ attività sessuale non è una controindicazione alla vaccinazione. La vaccinazione non sostituisce l’abituale prevenzione secondaria del carcinoma della cervice uterina; le donne devono quindi aderire ai programmi nazionali di screening.
    • Vaccino anti-rotavirus: Il vaccino, ottenuto con virus vivi ma che non provocano la malattia, si assume per bocca e può essere somministrato insieme alle altre vaccinazioni. Il vaccino proteggerà la maggior parte dei bambini e quasi tutti saranno protetti dalle forme gravi; infatti i vaccini oggi disponibili hanno dimostrato un’efficacia complessiva maggiore dell’80%, e una riduzione dell’ospedalizzazione fino al 100%. Si somministra in tre dosi: la prima dose può essere somministrata a partire dalla sesta settimana di età e non oltre le 12 settimane di età; deve essere osservato un intervallo di almeno 4 settimane tra le dosi; il ciclo della vaccinazione dovrebbe essere effettuato preferibilmente entro le 20-22 settimane di età, ma in ogni caso deve essere completato entro le 32 settimane di età.
    • Vaccino antimeningococco  ACWY e B: Le malattie meningococciche sono gravi malattie batteriche causate dal Meningococco (Neisseria meningitidis). Il meningococco provoca gravi casi di meningite (infiammazione delle membrane che rivestono il cervello e il midollo spinale) soprattutto nei bambini piccoli e negli adolescenti. Inoltre, se il batterio raggiunge il sangue, può interessare altri organi determinando un quadro clinico ancora più serio (sepsi). Ci si può ammalare di malattia meningococcica a tutte le età, ma la malattia è più comune nei bambini con meno di un anno di età e tra i 12 e i 21 anni. Esistono 12 gruppi di meningococchi, di cui 5 (A, B, C, Y, W135) sono responsabili della malattia meningococcica invasiva. Tra questi, il principale responsabile della malattia meningococcica in italia è rappresentato dal sierogruppo B. I vaccini anti-meningococcici sono vaccini inattivati (ottenuti cioè con frammenti del batterio) e coniugati (ovvero legati ad una proteina per renderli più efficaci) che si somministrano per via intramuscolare.
      • Il vaccino coniugato tetravalente (Mcv4) protegge dai sierotipi A, C, W135 e Y. In Italia il Piano nazionale vaccini prevede l’utilizzo del MenACWY in tutti i bambini di età compresa tra 13 e 15 mesi, in concomitanza con il vaccino Mprv (ma è anche possibile anticipare la vaccinazione, in soggetti a più alto rischio, con tre dosi a 3, 5 e 11 mesi). E’ inoltre indicata la vaccinazione per adolescenti non precedentemente immunizzati. Il vaccino tetravalente coniugato deve essere somministrato a chi si reca in Paesi ove sono presenti i sierotipi di meningococco contenuti nel vaccino. Al giorno d’oggi, comunque, tenendo presenti le grandi possibilità di spostamento legate alla globalizzazione, il vaccino quadrivalente può essere effettuato anche in Italia per chi desiderasse una protezione maggiore. In questo caso si può somministrare ai bambini o agli adolescenti di età 12-16 anni come richiamo del MenC e a completamento della copertura. Al di fuori delle due fasce di età sopracitate, il vaccino è fortemente raccomandato in soggetti a rischio o perché affetti da alcune patologie o per la presenza di particolari condizioni
      • Il vaccino antiMenB: Il vaccino contro il meningococco di tipo B fornisce una risposta difensiva a largo raggio: è costituito da quattro componenti esposti sulla superficie del batterio, scelti per proteggere contro la maggior parte dei ceppi circolanti di meningococco B. Il vaccino può essere utilizzato in lattanti di età pari o superiore a 2 mesi, e la somministrazione, che avviene per via intramuscolare, può essere effettuata anche in concomitanza ad uno qualsiasi dei seguenti vaccini: difterite, tetano, pertosse acellulare, Haemophilus influenzae di tipo b, poliomielite inattivato, epatite B, pneumococcico coniugato, morbillo, parotite, rosolia e varicella. Nel caso di co-somministrazione con altri vaccini, il vaccino antimeningococcico di tipo B deve essere iniettato in una sede di iniezione separata.
    • Vaccino anti-epatite A (HAV): L’epatite A è una malattia infettiva causata dal virus omonimo (HAV: Hepatitis A Virus), un microrganismo tipicamente acquisito per via orale (attraverso l’ingestione di acqua o cibo contaminati) o in seguito al contatto con altre persone infette e che tende a replicarsi a livello del fegato. Questa patologia è presente in tutto il mondo e risulta endemica (ossia stabilmente presente in un determinato territorio) in alcune aree, in particolare Centro e Sud America, Paesi del Bacino del Mediterraneo, Medio Oriente, Asia e Pacifico Occidentale. Il rischio di acquisire questa infezione è maggiore in condizioni di carenza di acqua potabile e di scarsa igiene. I vaccini contro l’epatite A disponibili in Italia sono tutti vaccini a virus inattivato e vengono somministrati tramite un’iniezione intramuscolare. Si può trovare sia il vaccino monovalente, in formulazione pediatrica e per adulti, sia il vaccino combinato (associato al vaccino anti epatite B). Il numero di dosi e l’intervallo di somministrazione tra le stesse variano a seconda del vaccino utilizzato. La vaccinazione contro l’epatite A è raccomandata, a partire dal 12° mese di vita, nei seguenti soggetti a rischio: soggetti affetti da patologie epatiche croniche, soggetti che vivono in luoghi in cui vi sono focolai epidemici, pazienti che effettuano terapie a lungo termine con emoderivati, consumatori di sostanze stupefacenti, uomini che hanno rapporti sessuali non protetti con altri uomini, tutti i viaggiatori non immuni che si recano in Paesi o in aree a rischio (per ulteriori informazioni rimandiamo alla sezione del sito dedicata ai viaggiatori), familiari, o coloro che hanno contatti stretti con persone affette dalla malattia, soggetti che lavorano in laboratori di ricerca in cui è possibile il contagio, soggetti che sono stati esposti al rischio di infezione con virus dell’epatite A (entro 14 giorni dall’esposizione).

 

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Ultima modifica

5 Gennaio, 2024

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