Dermatite nodulare contagiosa: la strategia vaccinale
Per raggiunfere il mondo delle campagne la Asl di Sassari ha organizzato una strategia di comunicazione che interessa diversi fronti: da una parte, grazie alla collaborazione con le amministrazoni comunali, sta organizzando degli incontri sul territorio tra i Veterinari e gli allevatori, dall’altra ha organizzato dei Webinar on line
Sassari, 01 agosto 2025 – Dermatite nodulare contagiosa: i Veterinari della Asl di Sassari, con la collaborazione delle amministrazioni comunali, stanno incontrando gli allevatori del Nord Sardegna e hanno avviato anche una serie di incontri on line volti a raggiungere il mondo delle campagne per illustrare la situazione epidemiologica e la strategia vaccinale.
Nel primo dei Webinar, svoltosi ieri, sono stati invitati gli allevatori delle aziende del Nord dell’Isola per un totale di circa 2.140 allevamenti nel territorio della Asl di Sassari e i 1.700 allevamenti della Asl Gallura.
Un incontro, coordinato dal Direttore del Dipartimento di prevenzione veterinaria della Asl di Sassari, Franco Sgarangella, con la partecipazione di Giuseppe Bitti, responsabile di polizia veterinaria, e Bastianina Mossa, responsabile delle malattie infettive: “Una malattia che pensavamo non potesse arrivare nella nostra isola, perché confinata nel continente africano, ma in seguito ai cambiamenti climatici assistiamo all’incursione anche di questi virus. Agli allevatori consigliamo di vaccinare gli animali, noi siamo a disposizione per dare spiegazioni e chiarire dubbi, sulla malattia e sulla strategia vaccinale per eliminare anche questo virus, perché insieme abbiamo eradicato altre malattie, e insieme possiamo sconfiggere anche questa. Mettiamo a disposizione del mondo delle campagne un vaccino sicuro ed efficace, unico strumento per uscire dall’emergenza e riprendere la commercializzazione degli animali”, ha concluso Sgarangella.
Cos’è la Dermatite nodulare contagiosa?
La Lumpy Skin Disease (LSD) o dermatite nodulare contagiosa è causata da un Capripoxvirus altamente resistente e trasmesso principalmente da vettoriematofagi. Originariamente confinata all’Africa sub-sahariana, la malattia ha progressivamente invaso nuove aree geografiche e la sua espansione ha assunto caratteristiche pandemiche, ponendo nuove sfide sanitarie e gestionali anche per i Paesi europei, tra cui l’Italia. Il LSDV è caratterizzato da un’elevata stabilità a mbientale: può sopravvivere per più di 30 giorni nelle croste cutanee essiccate e nei tessuti contaminati, il che lo rende molto difficile da eradicare negli ambienti infetti.
Come si trasmette?
La trasmissione avviene principalmente attraverso artropodi (zanzare, mosche, zecche e culicoidi) il cui ruolo è essenzialmente meccanico.
Quali sono i sintomi?
A seguito di un periodo di incubazione che varia tra le 2 e le 4 settimane, l’animale infetto sviluppa una reazione febbrile bifasica di durata variabile (fino a 14 giorni) associata alla comparsa di sintomi clinici, quali l’aumento della salivazione, lacrimazione, scolo nasale mucoso, cheratite e linfoadenomegalia.
Nel 40-50% degli animali infetti, si sviluppa il classico quadro sintomatologico caratterizzato dall’eruzione di lesioni cutanee noduliformi dolenti, che compaiono durante il secondo rialzo termico, circa 4-10 giorni dopo l’iniziale ipertermia.
I noduli, più o meno numerosi, sono distribuiti sulla cute di tutto il corpo con particolare frequenza sulle regioni della testa, del collo, delle mammelle e del perineo. Dopo alcuni giorni è visibile una linea circolare scura di necrosi intorno alla lesione con la possibile comparsa, nella parte centrale, di ulcere e tessuto di granulazione.
Nei casi gravi, il recupero è lento per via della grave compromissione dello stato generale dell’animale, o per le complicazioni polmonari e mammarie. Le croste possono rimanere sull’animale anche un mese prima di cadere lasciando il posto a cicatrici che possono essere rilevate anche a distanza di molto tempo.
Cosa fare se si riscontrano i sintomi su un animale?
1. Fare attenzione ai sintomi come febbre, scoli nasali mucosi, congiuntivite, lesioni modulari nella testa, collo, dorso, mammelle e perineo
2. Isolare immediatamente il presunto animale infetto
3. Proteggere gli animali dall’attacco degli insetti vettori (zanzare, mosche, zecche e culicoidi) con l’antiparassitario
4. Non fare entrare estranei nell’allevamento
5. Limitare le movimentazioni di animali che possono trasportare gli insetti vettori del virus
6. Limitare l’ingresso di ovini, cavalli e cani
I punti chiave della strategia di gestione sono:
1. Prevenire l’introduzione del virus in aree indenni
2. Limitare la diffusione del virus nella popolazione bovina: lotta agli insetti vettori, blocco della movimentazione, estinzione dei focolai, vaccinazione di emergenza
A chi rivolgersi per informazioni e segnalazioni?
Per richiedere informazioni e consulenze o effettuare segnalazioni di casi sospetti, è possibile contattare il servizio veterinario di Sanità animale della Asl 1 di Sassari, al seguente numero di telefono:
Sanità animale e Anagrafe zootecnica di Sassari
Complesso sanitario di Rizzeddu, via Rizzeddu, n. 21/B, palazzina F, primo piano
Per info: 0792062820
e-mail: [email protected]
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