Giornata mondiale della Sindrome Feto-Alcolica
Il 9 settembre si celebra la Giornata mondiale per aumentare la consapevolezza sui rischi legati all’alcol in gravidanza così da raggiungere le donne in età fertile e diffondere i rischi legati all’assunzione di alcol in gravidanza
Sassari, 09 settembre 2025 – Circa il 10% delle donne a livello mondiale assumono alcol in gravidanza e circa 15 bambini su 10.000 nati in tutto il mondo sono affetti da sindrome feto-alcolica e da disordini fetoalcolici: “Numeri importanti che non possono lasciarci indifferenti”.
Il messaggio che la Asl lancia in questa giornata e’ chiaro: “Prevenire è possibile: basta una scelta consapevole, perché durante la gravidanza, nessuna quantità di alcol è sicura”.
Il 9 settembre si celebra, dal 1999, la Giornata mondiale della sindrome feto-alcolica e disturbi correlati, per aumentare la consapevolezza sui rischi legati all’alcol in gravidanza: la Ssd Alcologia della Asl di Sassari ha promosso, in questa giornata, un momento di sensibilizzazione e informazione all’interno della sede del Consultorio Familiare di Sassari, volto a raggiungere le donne in età fertile, sui rischi legati all’assunzione di alcol in gravidanza.
“La sindrome feto-alcolica (Fetal Alcohol Syndrome-FAS) è la più grave disabilità permanente che si manifesta nel feto, esposto durante la vita intrauterina all’alcol consumato dalla madre durante la gravidanza. Oltre al Fas, che è la manifestazione più grave del danno causato dall’alcol al feto, si possono verificare una varietà di anomalie strutturali (anomalie cranio facciali, rallentamento della crescita, ecc.) e disturbi dello sviluppo neurologico, che comportano disabilità comportamentali e neuro-cognitive, queste alterazioni si possono presentare con modalità diverse tali da comportare un ampio spettro di disordini che vengono ricompresi nel termine FASD (Fetal Alcohol Spectrum Disorder)”, spiega Gianfranca Nieddu, direttrice della Direzione dei Servizi socio sanitari della Asl di Sassari e responsabile della Struttura semplice dipartimentale di Alcologia.
“Molte future mamme sono, infatti, erroneamente convinte che il consumo di vino, birra, liquori, aperitivi alcolici o superalcolici, in maniera saltuaria e moderata, non comporti problemi per il feto. In realtà, non esiste una dose sicura da assumere durante la gravidanza e l’astinenza è l’unica indicazione da seguire”.
L’alcol è una sostanza tossica in grado di attraversare la placenta e raggiungere il feto alle stesse concentrazioni di quelle della madre. Tuttavia il feto ha poca o nessuna capacità di metabolizzare l’alcol, che interferisce con la divisione cellulare e ne inibisce la crescita, provocando danni a molti organi, soprattutto al cervello, tanto che la FAS rappresenta la prima causa conosciuta di ritardo mentale nel bambino e poi nell’adulto.
La Asl di Sassari, in collaborazione con Aou Sassari, ha avviato nel dicembre 2024 (termine dicembre 2025), uno studio tra tutte le donne in attesa o in procinto di intraprendere una gravidanza, seguite dai centri della Asl e di Aou.
Si tratta di un questionario di raccolta dati, anonimo, con domande specifiche rispetto alle conoscenze che l’esposizione all’alcol, nel corso di tutti i trimestri di gravidanza, può indurre sulla salute fetale, e un secondo questionario che, valutando la quantità e frequenza dei consumi, consente, in maniera rapida, di individuare un bere problematico.
“I questionari consentiranno di dare un peso alla diffusione del fenomeno nel nostro territorio”, aggiunge la Nieddu, “così da intervenire in futuro in maniera più mirata”.
La campagna sta interessando tutto il Nord ovest della Sardegna, con il coinvolgimento della Clinica Ginecologica e Ostetrica afferenti alla Aou di Sassari, i Consultori per la Salute della Famiglia della Asl di Sassari e la Sc di Ostetricia e Ginecologia di Alghero.
Secondo stime recenti dell’OMS il 65,5 % delle donne in età fertile in Europa consuma alcol e poiché quasi la metà delle gravidanze non sono programmate (il 42%), il rischio di consumo di alcol durante le prime fasi della gestazione è altissimo.
In Italia, come in molti altri paesi, la Fetal Alcohol Syndrome (FAS) è una problematica di salute pubblica. Circa il 10-20% delle donne in gravidanza riporta un consumo di alcol, ma le percentuali variano a seconda della popolazione e del contesto culturale.
L’Istituto Superiore di Sanità, in uno studio pubblicato nel settembre 2021, stima che in Italia la prevalenza di FAS sia 1,2 su 1000 nati vivi.
Uno studio Italiano Multicentrico sull’ esposizione fetale all’alcol in Italia, pubblicato sull’American Journal Of Obstetrics & Gynecology (Giugno 2023), ha rivelato una ridotta prevalenza del consumo di alcol in gravidanza in Italia e, di conseguenza, una diminuzione del tasso di esposizione prenatale all’etanolo, passato dal 30,2% delle donne in gravidanza che hanno auto-segnalato il consumo di alcol almeno una volta durante la gravidanza nel triennio 2011-2014, al 12,1% nel periodo 2020-2021: “Questa contrazione delle percentuali dimostra come una corretta informazione e adeguati programmi di prevenzione, possano intervenire favorevolmente nella riduzione del fenomeno”, conclude la Nieddu.
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